sabato 25 febbraio 2012

la Colonna di Ferro (Spagna 1936)

La Columna de Hierro, ovvero Colonna di Ferro, è stata, dal punto di vista militare, una delle più forti colonne anarchiche impegnate nella rivoluzione di Spagna.
Le Colonne e la militanza italiana
La rivoluzione spagnola si caratterizzò per le sue peculiarità autogestionarie, che non persero forza nemmeno durante le fasi militari dello scontro con i franchisti. Alla base di tutto vi erano le milizie (10 giorni dopo l'insurrezione franchista si contavano già circa 18.000 miliziani anarchici, oltre ad un retroterra di altri 150.000 pronti alla lotta), le quali procedettero anche all'occupazione, all’espropriazione di grossi appezzamenti di terreno da ridistribuire ai contadini ed all'occupazione delle fabbriche.
Anche se non tutte si strutturarono secondo i medesimi principi, in linea di massima l'unità più piccola delle milizie era formata da il "gruppo", formato da 10 miliziani, che aveva per rappresentante un delegato democraticamente eletto; dieci gruppi formavano una Centuria, un numero di centurie non prefissato, ma dipendente dalle esigenze belliche delle diverse zone, costituiva una Colonna (l'appartenenza all'una od all'altra formazione era indicata dal colore dei fazzoletti). La Colonna era comandata da un comitato di guerra eletto dai miliziani e rimovibile; in genere ogni colonna aveva aggregati ex ufficiali dell'esercito ed esperti d'artiglieria e nell'uso degli esplosivi.
A tutte queste unità aderirono molti italiani antifascisti, anarchici e non anarchici: ve n'erano nella Columna Roja y Negra, nella colonna del Barrio, nel Battaglione Matteotti (battaglione formatosi nel gennaio 1937 all’interno della leggendaria Colonna Buenaventura Durruti ), nella Colonna Ascaso, nella Divisione Carlo Marx formata da comunisti antistalinisti, nella Colonna Tierra y Libertad, nella Divisione Hortiz, nella Colonna Lenin, nella Centuria Errico Malatesta, conosciuta anche come Battaglione della Morte (la divisa dei miliziani di questa centuria, che in seguito confluì nelle Brigate Internazionali, ricorda il simbolismo degli Arditi e degli Arditi del Popolo), sotto il comando di Francesco Fausto Nitti, e appunto nella Columna de Hierro, fra i quali è doveroso citare Errico Nebbiascura. In totale gli italiani attivi militarmente nelle Colonne erano circa 500, fra anarchici e comunisti antistalinisti.
La Colonna de Hierro
La Colonna de Hierro fu la più radicale Colonna anarchica attiva durante la rivoluzione e probabilmente la più efficace dal punto di vista militare. Essa nacque e si strutturò nell' agosto del 1936, durante una riunione di anarchici avvenuta presso il monastero di Calle Orihuela a Valencia, che diventerà la loro "caserma". Il principio primo che portò alla nascita di questa colonna fu l'autogestione delle lotte antifasciste, come si evidenzia nello stralcio del documento costitutivo qui riportato:
«La costituzione del Comitato di Guerra è accettata da tutte le milizie confederali. Noi partiamo dall'individuo e formiamo dei gruppi di dieci, che si autogestiscono le piccole operazioni. Dieci gruppi formano una Centuria, che nomina un delegato per rappresentarla. Trenta Centurie formano una Colonna, che è diretta dal Comitato di Guerra, di cui fanno parte i delegati di Centuria» (Intervento del delegato della colonna al Pleno Regionale di Valencia, approvato dalla colonna e riprodotto dal suo organo Linea de Fuego, il 17 novembre 1936).
Forte di 3000 miliziani ebbe il battesimo di fuoco nei pressi di Sarion, Maestrazgo, dove il 13 agosto 1936 mise in rotta gli avversari fascisti; a breve periodo La Columna de Hierro riconquistò "La Puebla" dove fu stabilito il comando, denominato Comitato di Guerra.
A Teruel la Columna prese parte da protagonista alla battaglia che riconquistò gran parte della città, combattendo fianco a fianco delle altre colonne anarchiche giunte da Sagunto e Castellon della Plana. Dopo i combattimenti si attestò a 15 km da Sagunto. C'è da aggiungere che le decisioni, come per ogni colonna anarchica, non venivano prese secondo i comuni canoni gerarchici militari, anche se poi in combattimento veniva seguito il metodo militare "ordinario". Ciò sarà ben evidenziato sottolineato anche nelle memorie di Francesco Fausto Nitti, curate dallo storico Pietro Ramella.
La forza della Colonna di Ferro fu notevole anche dal punto di vista organizzativo e propagandistico, grazie anche alla pubblicazione del quotidiano «Linea de Fuego», redatto e distribuito dai miliziani aderenti al "Sindacato delle Arti Grafiche" di Valencia, che non solo non fecero mai mancare scritti di informazione militare, politica e sociale, ma anche quelli a carattere filosofico e letterario. La fama di questa rivista fu tale che arrivò a pubblicare gli annunci di "libera unione" dei miliziani, le cui cerimonie generalmente erano officiate dal segretario del "Comitato della Colonna".
Bibliografia
José Peirats, Breve storia del sindacalismo libertario spagnolo, Edizioni RL, 1962
Abel Paz, José Luis Gutiérrez Molina, Chuck Morse Durruti in the Spanish revolution, AK Press , 2007
Emma Goldman, David Porter, Vision on Fire: Emma Goldman on the Spanish Revolution‎, AK Press , 2007
Abel Paz, Cronica de la columna de hierro, Virus, 2002
Katia Massara, Il popolo al confino, Archivio centrale dello Stato, 1991
José Peirats, Diccionario del anarquismo, DOPESA, 1977
Claudio Silingardi, Rivoluzio Gilioli: un anarchico nella lotta antifascista (1903-1937)‎, Istituto storico della Resistenza, 1984
Abel Paz, Cronaca appassionata della Colonna di Ferro, Autoproduzioni Fenix, 2006

Nessun commento:

Posta un commento