mercoledì 8 febbraio 2012

il MUNICIPALISMO LIBERTARIO

Bookchin modella questo concetto ispirandosi alle poleis greche, ma si può ritrovare in esso anche la tradizione americana delle assemblee di villaggio. Questo principio secondo lui si può applicare sia in sperdute comunità rurali che nelle città più grandi, divise ovviamente in opportune "sezioni", l'importante è che il numero delle persone coinvolte resti sotto le 5000. Infine, tali municipi libertari coopererebbero tra loro, anche grazie ad un uso appropriato della tecnologia, attraverso un coordinamento federativo, la cui macrounità è chiamata bioregione.
Man mano che i municipi entrassero nella confederazione bioregionale, si acuirebbe lo scontro con lo Stato-Nazione (Comune-Stato) e contemporaneamente strapperebbero il controllo della vita economica alle grandi imprese private. A quel punto si svilupperebbe una società razionale, libertaria, ecologica, in cui il potere strutturale sarebbe in mano alle assemblee di democrazia diretta, animate da una cittadinanza attiva e vivace.
Egli ritiene che il concetto di lotta di classe debba essere allargato ad altri elementi che attraversano le classi: i problemi ecologici, i trasporti, la crescita demografica e economica, la qualità della vita ecc.

L'economia
Bookchin propone la municipalizzazione della proprietà (rifiutando la proprietà privata o la nazionalizzazione), in maniera che le terre e le attività imprenditoriali siano a disposizione della comunità (secondo le decisioni prese dalla libera assemblea). Secondo Bookchin l'autarchia economica è impossibile per una municipalità, egli quindi propone dei consigli confederati che organizzino gli scambi commerciali mediante la massima: «da ognuno secondo le sue possibilità a ognuno secondo i suoi bisogni».
Questa forma d'economia, definita economia partecipativa, è difesa e incoraggiata anche da altri autori e pensatori (es. l'economista Robin Hahnel).

Municipalismo e anarchia
Il municipalismo libertario tenta, in sostanza, di allargare il conflitto capitale-lavoro a quello tra Comune-Stato, sviluppando le analisi dell'anarchismo proudhoniano (Pierre Joseph Proudhon proponeva la nascita di una federazione di comuni autonomi). Successivamente Michail Bakunin, riprendendo questa prospettiva, l'ha messa al centro dei programmi redatti nel decennio 1860-1870.
In quegli stessi anni queste idee si diffondevano tra gli oppositori di Napoleone III e della sua politica accentratrice in Francia, così nel 1871, quando la Prussia sconfisse la Francia e il governo napoleonico crollò, queste stesse idee erano già presenti e ispirarono la Comune di Parigi (1871) che sorse dalle rovine del Secondo Impero. Dopo poche settimane di vita la Comune andò incontro a una fine disastrosa, eppure in tanti s'ispirarono al suo coraggioso esempio e considerarono la federazione di comuni autonomi il modello politico adatto per una società libera e autogestita.
Il municipalismo libertario, come si può facilmente evincere, s'inserisce pienamente nell'ambito dell'anarchismo classico, sviluppando e riammodernando concetti cardine del pensiero anarchico: federalismo, autogestione, antiautoritarismo, lotta alla gerarchia ecc. Alcuni lo definiscono anche come Anarco-Bio-Regionalismo, proprio per sottolineare il valore centrale che ha, in questo sistema, il territorio inteso soprattutto dal punto di vista delle risorse naturali.

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