mercoledì 28 dicembre 2011

L'insurrezione di Bologna (1874)

L’insurrezione di Bologna è stata una storica tappa dell’anarchismo insurrezionalista italiano. Fu il primo tentativo (il secondo fu quello operato dalla Banda del Matese) di un certo rilievo per far scoccare la scintilla rivoluzionaria che poi si sarebbe dovuta estendere nel resto d’Italia.
Contesto storico
I congressi delle sezioni italiane dell’AIL, realizzatisi Bologna nel Marzo del 1872 e a Rimini nel Maggio successivo, sancirono il predominio dell’anarchismo rispetto al marxismo, quantomeno nella penisola italiana. A questi avvenimenti va aggiunto il fallimento della Prima Internazionale, in cui si consacrò la fuoriuscita degli anarchici, che spinse molti militanti libertari ad abbracciare con maggior convinzione le idee bakuniane. Il tentativo insurrezionale di Bologna non fu altro che la logica conseguenza del clima prerivoluzionario che si andava costituendo in alcune regioni italiane.
I fatti
Nel 1874 gli anarchici romagnoli, misero a punto un piano che gli avrebbe dovuto far “conquistare” la città di Bologna, nella speranza di estendere poi la rivolta a tutta l’Italia centrale. Il piano prevedeva la presenza di circa mille rivoluzionari, tra cui da segnalare la presenza di Errico Malatesta, Carlo Cafiero, Andrea Costa e Napoleone Papini, che divisi in due gruppi sarebbero poi dovuti penetrare a Bologna, dove li avrebbe attesi Michail Bakunin. Il 5 agosto Andra Costa fu immediatamente fermato e arrestato. Il giorno seguente circa duecento rivoluzionari, anziché i mille previsti (stesso “equivoco” capitò tre anni dopo alla Banda del Matese), partendo da Imola si diressero verso Bologna, abbattendo la linea telegrafica, rompendo i binari e fermando i treni. Il piano non andò a buon fine perché la polizia, essendo stata messa al corrente dei preparativi da alcuni suoi informatori, intervenne in forze e bloccò sul nascere l’iniziativa degli anarchici. Molti di questi si dispersero e altri furono arrestati, tra questi Malatesta, Napoleone Papini e Carlo Cafiero. Bakunin, giunto a Bologna per prender parte all'insurrezione, fuggì a Lugano travestito da prete.
Il giorno dopo la fallita insurrezione, veniva pubblicato, in tutta Italia, il manifesto del Comitato italiano per la Rivoluzione sociale (CIRS), che invitava tutti ad insorgere.  L'impresa mancata, l'arresto e la successiva liberazione degli insorti, avvenuta nel 1876, non di certo intimorì gli anarchici, che anzi videro in molti casi incrementata la fama e il prestigio.

Nessun commento:

Posta un commento